ANTONIO LAURELLI
Antonio Laurelli nato nel 1943 ad Isernia, vive ed opera a Bari. Ha insegnato presso il Liceo Artistico di Bari. Ha al suo attivo numerose mostre e premi tra cui, significativo, è il "Carlo Levi".
La sua straordinaria simbiosi tra colore e forma, simbolismo e comunicazione, vivifica la scenografica concettuale di molte opere, creando un'atmosfera di brillante dinamismo ed elevazione spirituale.
Ottenendo risultati del tutto originali, allorchè si pensa alla sua formazione prettamente figurativa, che negli anni lo hanno portato ad elaborare la sintesi della forma in soluzioni e rappresentazioni che trovano, nell'espressione individuale, il travaglio interiore di una ricerca, dove a volte l'elemento residuo di materiale deteriorato o inservibile assurge al ruolo primario identitario.
È presente nella Storia dell'Arte Italiana del '9OO – Generazione Anni Quaranta** - A cura di Giorgio Di Genova – Bora Editore Bologna
La grande meraviglia nella pittura di Laurelli è nella sua "tecnica", volta alla comunicazione.
Tecnica precisa, chiara, legata direttamente alle sue idee e alla rivelazione e rappresentazione dell' "oggetto", la nostra immaginazione si incammina per vie piuttosto impervie verso la ricostruzione di questo oggetto.
Il viaggio dell'umana fantasia è ricco di inaspettati incontri e possibili approdi, ma inutilmente: l'approdo ci è vietato. L'accanimento e l'impegno per conquistare l'oggetto si ripetono fino all'inquietudine e più si ripetono, più il desiderio aumenta tanto più l'oggetto si allontana. Una continua metamorfosi trasforma l'immagine che via via svanisce. Che l'artista Laurelli ami l'oggetto-pittura lo si capisce dalla cura, dalla chiarezza tecnica che usa nel renderlo. L'oggetto rimane misterioso, imprendibile. Questa condizione fa venire in mente Kafka, il Kafka della "metamorfosi" e del "castello"; l'irrangiungibilità di un possesso completo, totale di una "cosa". Che Laurelli avesse nella sua pittura una vena surreale lo si capiva: un surrealismo non dell'inconscio irrazionale, automatico ed oscuro, ma limpido, pausato, logico, razionale, costruttivo, dunque un linguaggio storico che va dal postcubismo all'espressionismo, dal gesto al segno. Una pittura che viene dalla storia e dalla tradizione; una cultura umanistica ed illuministica, certamente contaminata dalla macchina come lo fu per i futuristi, senza però i loro echi romantici. Un innesto con la macchina che ha causato, comunque, in Laurelli, un'inquietante sorta di alienazione dell'oggetto. Una crisi della cultura tradizionale che provoca il distacco tra senso e pensiero.
Opere dell'artista presso Arte 54
- Gabbia trappola, legno ferro colori ad olio, 43 x 20 x h 40 cm , 2005
- Non oltrepassare (chiodo chiodato), ferro legno colori ad olio, 42 x 20 x h 40 cm, 2012
- La grata sul mare, 46x25x9 cm, olio su tavola, 2014
- Quarato, 40 x 40 cm, olio su tela, 2014
- Cerchio, 40 x 40 cm, olio su tela, 2014
- Elementi tre, 17 x 37 x 5 cm, olio su tavola, 2014