Lindsay Kemp - Disegni Danzanti / Dancing Drawings
4 Maggio - 13 maggio 2012
Lindsay Kemp, dopo gli studi al Bradford College of Art, ha sempre affiancato il disegno e la pittura alle altre attività creative, con cui spesso sono connessi… soprattutto nel caso dei disegni per i suoi costumi teatrali.
Numerose le mostre in tanti paesi e continenti diversi. Specialmente degno di nota quella alla Fundación Miró a Barcellona (maggio 1980), una grande mostra arricchita da un montaggio altamente teatrale e da varie performance, reso possibile dell’entusiasmo e ammirazione di Miró in persona per il teatro ed i disegni di Kemp… grande successo e grande incoraggiamento. I suoi lavori si trovano in moltissime collezioni pubbliche e private in ogni parte del mondo (incluso il New York Museum of Modern Art, il Theatre Museum e il Victoria & Albert Museum a Londra), e sono particolarmente quotati in Giappone, dove tre mostre personali gli hanno decretato un grande successo.
"Spero che i miei disegni non abbiano bisogno di stampelle teoretiche per fare il viaggio dalla mia mano al tuo occhio… e dal tuo occhio all’immaginazione che tutto comprende senza parole. Sono cartoline spedite da istanti volanti, elettrocardiogrammi di vitalità, doni.
Come danzatore, vivo nella certezza della natura orgogliosamente inafferrabile del teatro danzante: sono attimi che si accendono e passano, impossibile catturarli. Ecco perché in scena ogni momento deve essere vissuto all’ennesima potenza. E ecco perché quando disegno devo iniziare e finire in pochi istanti, senza pensare o riflettere o esitare. Pochi rapidi gesti, per far partire una freccia che vuole arrivare allo spettatore con la stessa spontanea immediatezza con la quale io l’ho trasmessa alla carta. Nessuna correzione, tranne quella di una nuova pagina bianca e, subito, un altro disegno.
Ecco perché non cerco di essere originale: ricorro sempre agli stessi facilmente riconoscibili leitmotiv, le stesse figure che fanno gli stessi gesti, perché così la mia mano è libera di volare col pennello, di superare la velocità del pensiero e trasmettere soltanto energia, sprigionando nel movimento il linguaggio segreto del cuore. La ripetizione crea scioltezza. Migliaia di variazioni sugli stessi temi. I disegni sono danze, e quindi nascono dalla musica. Quando disegno c’è musica, nella stanza o nel silenzio. E così nasce la danza e un nuovo danzatore dentro di me, e nell’istante passioni gioie tristezze amori desideri ricordi fluiscono tutti in una sola linea nera che balza fuori come un lampo o un angelo dal mio corpo e atterra sul bianco splendore della pagina… e prima che possa essere accecato dalle luci della ribalta, il danzatore nuovo appena nato esegue la sua danza, l’unica, quella per la quale forse verrà ricordato. E poi vola via invisibile verso un altro momento, un altro sogno, lasciando sulla carta una traccia dei suoi gesti, come impronte sulla sabbia o il segno di rossetto di un bacio fugace… per ricordarci che egli è stato lì. Io non decido quella danza che lui lascia dietro di sé: lui, e solo lui, lo fa. E spesso mi lascia totalmente sorpreso!
Certo, un’idea su chi sta per entrare in scena ce l’ho, prima di alzare il sipario sulla pagina bianca. E in genere sono i personaggi dei miei spettacoli, i protagonisti delle mie fantasie del momento o del passato. Ecco perché qui a Bari ci sono molti disegni intorno al tema del “Histoire du Soldat”, con i personaggi del soldato, la ballerina e il diavolo. Ma anche rivisitazioni da “Flowers” (marinai e angeli), “Sogni di una notte di mezza estate” (elfi e amanti) e altri spettacoli reali o sognati. I disegni sono figli degli spettacoli, ma gli spettacoli sono sempre anche figli dei disegni. Si ispirano a vicenda, incontrandosi in volo nei momenti di abbandono quando l’inchiostro prende vita. Abbandono all’impulso, spontaneità, il salto dionisiaco nel vuoto… tutto questo è un aspetto fondamentale, ma sul palcoscenico di carta bianca come su quello nel teatro, la danza è anche equilibrio e tecnica, accumulo di stimoli e influenze, vocabolario condiviso per connettere il Io con il Voi. E così la mia galleria di eroi e archetipi – di marinai e toreri, ballerine e madri, angeli e diavoli – si veste di echi di Cocteau, Miró, Picasso, Matisse, di calligrafia giapponese e grafiti preistorici, di Baudelaire, Lorca e Rimbaud, di Bach, Flamenco e Billy Holiday, di Commedia dell’Arte e Arte Africana… una vita di stimoli assorbiti e assimilati, che però stanno sempre lì, nascosti in buca per suonare la mia musica. Sono cose vecchie, cliché di altri tempi, archetipi superati? E’ irrilevante!
Il passato ci offre bicchieri dai quali brindiamo al presente. Anche se amiamo i contenitori, ciò che conta è il contenuto che ci regala l’ubriachezza, la scintilla senza tempo che ci accomuna tutti. Il cuore di ciascuno genera danze costantemente – e chi può distinguere il danzatore dalla danza? – ma l’importante è osare, alzare il sipario e mostrarli al mondo. Sciogliere il nodo e farlo diventare linea. Fare il regalo. L’invito al sorriso. Per te."
Lindsay Kemp